
Per fronteggiare l’emergenza coronavirus, non basta stare a casa, ma bisogna pensare anche al futuro del Paese. Ecco quali sono le misure più importanti del decreto Cura Italia.

Questo è il momento in cui devi tenere duro e resistere. Stare a casa è un gesto di grande responsabilità non solo verso te stesso, ma anche verso le persone che hai intorno a te. Questo è anche il momento in cui pensare che “Andrà tutto bene”, ti aiuta trovare la forza necessaria per andare avanti.
Ti basta osservare i tuoi figli, il loro entusiasmo e il loro approccio positivo alla vita ti possono essere di grande esempio, soprattutto in momenti come questi, in cui tutte le tue abitudini sono state stravolte, anche se per un breve periodo.

Secondo le attuali restrizioni sugli spostamenti, introdotte dal decreto dell’11 marzo 2020, firmato dal presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, ti è consentito uscire di casa solo per esigenze lavorative, casi di necessità e motivi di salute, a patto però che ogni spostamento sia giustificato e riportato in un’autocertificazione, che devi avere sempre con te e mostrare, in caso di controllo, alle forze dell’ordine.
È vero pure che, per far fronte all’emergenza coronavirus, non basta stare a casa, essere positivi e cercare di impegnare bene il proprio tempo, occupandosi, ad esempio, di cose che si rimandano da sempre. È fondamentale anche pensare al futuro.

Ed è proprio quello che sta facendo il Governo, che ha appena varato il decreto Cura Italia (Dl 17 marzo 2020, n. 18), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 70 del 17 marzo 2020. Una prima manovra di 25 miliardi per sostenere l’economia del Paese. Gli aiuti vanno al fisco, alla scuola, alla sanità e al lavoro.
Per far fronte a questa emergenza, era necessario che il Governo trovasse le risorse per assicurare la liquidità necessaria per attuare gli interventi previsti in questo decreto. Ed è per questo che è stata autorizzata, per l’anno 2020, l’emissione di titoli di Stato per un importo fino a 25 miliardi di euro.
«Siamo pronti, se sarà necessario, a intervenire di nuovo per il rilancio del Paese. – afferma Conte in un’intervista al Corriere della Sera - Faremo il possibile affinché, anche nella stesura della legge di bilancio, l'Italia possa tornare a correre grazie agli investimenti, al taglio delle tasse, alla semplificazione e all'innovazione. È il momento dei sacrifici, delle scelte responsabili. Stiamo affrontando un'emergenza mai conosciuta dal Dopoguerra a oggi. È la sfida più importante degli ultimi decenni, per vincerla serve il contributo responsabile di 60 milioni di italiani. Aiuteremo l'Italia a rialzarsi e sono convinto che ce la faremo».
Ecco quali sono le misure più importanti del decreto Cura Italia per aiutare le famiglie e le imprese.

Per poter venire il più possibile incontro alle famiglie, ecco alcune misure davvero importanti per chi ha un mutuo, è un libero professionista e ha da gestire una famiglia, soprattutto adesso che asili e scuole sono chiusi.
Se hai un figlio che ha meno di 12 anni e sei un lavoratore dipendente del settore privato o un lavoratore iscritto alla Gestione separata, puoi avere:
Se hai figli con un’età che va dai 12 ai 16 anni puoi anche astenerti dal lavoro, ma non è prevista nessuna indennità per i giorni di assenza. Hai però diritto a conservare il tuo posto di lavoro. Il tuo datore di lavoro non può licenziarti. È fondamentale che, nella tua famiglia, l’altro genitore non benefici di strumenti di sostegno al reddito, in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa, o che l’altro non sia un genitore non lavoratore.

Grazie al Fondo solidarietà mutui “prima casa”, il cosiddetto “Fondo Gasparrini”, puoi beneficiare, anche se sei un autonomo, libero professionista e/o titolare di una partita Iva, della sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa per un periodo di 9 mesi.
Puoi accedere al fondo se:
Per l’accesso al Fondo non è richiesta la presentazione dell’Isee (indicatore della situazione economica equivalente).

Se sei un libero professionista titolare di partita iva, attiva alla data del 23 febbraio 2020, o un collaboratore o lavoratore stagionale o dello spettacolo, con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, per te è prevista un’indennità di 600 euro per il mese di marzo 2020. Questa indennità, che puoi richiedere all’INPS, non concorre alla formazione del reddito.
Se sei un lavoratore dipendente, il decreto ha previsto anche un premio di 100 euro, che non concorre alla formazione del reddito, se a marzo avrai lavorato in sede, a patto che il tuo reddito non sia superiore a 40 mila euro. Il premio è da rapportare al numero di giorni di lavoro che hai svolto nella tua sede di lavoro.
Se sei un titolare di un’attività commerciale hai diritto, per l’anno 2020, a un credito d’imposta del 60% per l’affitto di marzo 2020. L’immobile deve rientrare nella categoria catastale C/1.

Il decreto Cura Italia ha previsto anche delle misure importanti per le imprese, per sostenerle in un momento così difficile.
È previsto un supporto alla liquidità per le imprese che hanno avuto una riduzione del fatturato a causa dell’emergenza coronavirus.
Cassa depositi e prestiti è autorizzata a concedere liquidità, anche nella forma di garanzie di prima perdita su portafogli di finanziamenti, tramite banche e altri soggetti autorizzati all’esercizio del credito.
Le micro, piccole e medie Imprese colpite dall’epidemia di COVID-19, per le loro esposizioni debitorie, si possono avvalere nei confronti di banche e di intermediari finanziari, richiedendo misure di sostegno finanziario per:

La sospensione dei termini degli adempimenti fiscali possono chiederla le imprese, gli autonomi e i professionisti, i cui ricavi siano sotto i 2 milioni.
Sono congelati i versamenti per le ritenute Iva annuale e mensile, i contributi previdenziali e quelliInail, che sono rinviati al 31 maggio. È sospeso anche ogni ulteriore adempimento fiscale con scadenza tra l’ 8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020.
I versamenti sospesi saranno effettuati, senza applicazione di sanzioni e interessi, in un'unica soluzione entro il 31 maggio 2020, o mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020.

È prevista la sospensione per le ritenute d’acconto di marzo che hanno avuto ricavi o compensi non superiori 400 mila euro, nel periodo di imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto.
Quindi i ricavi e i compensi percepiti nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore del presente decreto-legge e il 31 marzo 2020 non saranno assoggettati alle ritenute d'acconto.
Possono fare richiesta della sospensione delle ritenute d’acconto di marzo 2020 sia le società e sia i professionisti.
È riconosciuto, per il periodo d'imposta 2020, un credito d'imposta nella misura del 50% delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro fino ad un massimo di 20.000 euro. Possono fare domanda: i soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione.

La Cassa integrazione in deroga possono richiederla i datori di lavoro che nell’anno 2020 avranno sospeso o ridotto l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da COVID-19.
La domanda è valida per ilperiodo che decorre dal 23 febbraio 2020, e che può avere una durata massima di nove settimane. L’importante è che si concluda entro il mese di agosto 2020. Si può presentare domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale o di accesso all’assegno ordinario, con causale “emergenza COVID-19”.
A decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto Cura Italia, l’avvio delle procedure di licenziamento è precluso per 60 giorni, e nel medesimo periodo, e sono sospese le procedure pendenti avviate successivamente alla data del 23 febbraio 2020.
Quindi per i prossimi due mesi le aziende non potranno licenziare con giustificato “motivo oggettivo”. È anche precluso, per 60 giorni, l’avvio di procedure sull’individuazione dei lavoratori da mettere in mobilità.
«In questi giorni ho ripensato a vecchie letture su Churchill, è la nostra ora più buia, ma ce la faremo».
Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei ministri